Appunti di artista per "Il castello dei Pirenei" - René Magritte (1959)
Il
pittore surrealista René Magritte nell'opera "Il castello dei
Pirenei" sembra si sia ispirato all'isola volante di Laputa, de "I
viaggi di Gulliver". In questo grande olio su tela, l'artista traduce una
simbologia attraverso gli elementi naturali quali la roccia, l'acqua, l'aria e
ne compone una visione solida per la scelta del soggetto centrale, ma eterea
per la sua collocazione in sospensione nell'aria. La grande roccia sormontata
da un castello pietrificato rappresenta il viver dell'uomo, concreto e fondato
sulle certezze, sugli approdi sicuri; in lui coesiste anche il pensiero
filosofico, che contempla il cambiamento, dei valori e delle prospettive: ne
risulta una sospensione in aria, in una nuova condizione esistenziale fatta di
incertezze personali e collettive, che però demanda all'acqua, nel cambiamento
del suo fluire (le idee), il senso dell'essere nel vuoto e nel pieno, nella
ricerca di risposte aperte, nel divenire. La tavolozza si tinge dei colori
freddi dei grigi, anche nella tonalità del mare, mentre il bianco stempera
l'azzurro, con gonfie nuvole. La descrizione pittorica è quasi fotografica,
tale da non concedere allo spettatore incertezze nella sua interpretazione; e
lo stesso Magritte ci viene incontro e ne condensa il pensiero, cosicché
"dal cupo oceano sorge la roccia-speranza".
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