lunedì 23 giugno 2025





Appunti di artista per "Il falso specchio" - René Magritte (1928)


Il pittore René Magritte, esponente del surrealismo belga, ci offre una libera interpretazione della tela "Il falso specchio", ubicata al MoMa di New York. Questo grande occhio presenta i contorni anatomici reali con l'epidermide, le palpebre, la caruncola, la sclera e persino qualche ciglia. L'iride è però un cielo azzurro con le nuvole e la pupilla è un sole nero: stiamo guardando l'anima pura di chi si pone di fronte a noi o, come sotto la cupola del Pantheon, siamo noi alla ricerca della luce in uno spazio oscuro? E ancora, il sole è nero, ed è esattamente il punto centrale dell'attenzione dello spettatore: perché Magritte ci induce ad osservare il nero/non colore? Però il titolo dell'opera ci suggerisce che il falso specchio non offre riflesso: quindi, ciò che stiamo vedendo è la proiezione di ciò che si trova dentro noi, luce e buio, interiorità e esteriorità. Mi piace pensare che questa opera, icona del surrealismo e aderente a quel pensiero d'avanguardia che si ispira all'inconscio dell'uomo, inviti ogni spettatore a porsi domande. E voi, cosa ci vedete?

mercoledì 18 giugno 2025


        Appunti di artista per: "Due uomini che ridono" - Hans von Aachen (1574)



 

Il pittore del manierismo tedesco Hans von Aachen era conosciuto fra le corti e l’aristocrazia per la sua abilità nei ritratti e nelle raffigurazioni di nudo. Durante i suoi soggiorni in Italia anche la Famiglia dei Medici ne richiese l’opera, mentre l’Imperatore Rodolfo II lo nominò pittore ufficiale alla corte di Praga. Il suo stile si ispirava ai nostri grandi maestri Tiziano, Tintoretto e il Veronese e trasse insegnamenti da Michelangelo: da loro assimilò l’esecuzione degli incarnati e la precisione dei merletti e dei gioielli, così da rendere perfette e accurate le sue composizioni. Nel quadro “Due uomini che ridono” due persone in primo piano si lasciano andare ad una risata, mostrando le malconce dentature, e il loro atteggiamento di confidenza ci suggerisce uno stretto rapporto; anche la mano dell’uno, mentre accarezza il lobo e il colletto dell’altro, evidenzia il giocoso contatto. Si somigliano, le due persone: stessi capelli arruffati, sguardo vispo e curioso, naso a "patata", guance paffute: sembrano gemelli, o forse sono padre e figlio... Ma è il loro sguardo diretto, con l'osservatore, a farci domandare: siamo forse noi i soggetti di una burla ad opera del pittore? Ebbene sì, senza saperlo, stiamo guardando un autoritratto, in due differenti pose. E ora ne possiamo ridere con lui.  

venerdì 13 giugno 2025



                          Appunti di artista per: "La vie"' - Picasso (1903)

In una fase della sua vita, Picasso dipingeva essenzialmente nei toni monocromatici del blu; quel colore rappresentava la sacralità della vita, ma anche la sofferenza, la miseria e la crudeltà di essa stessa. E nel suo meraviglioso quadro "La vita - La vie" mostra tutto il suo tormento: in un lato vi è una donna anziana che sorregge un neonato, proteggendolo con un mantello nel suo abbraccio, nell'altro, una giovanetta e un ragazzo, la guardano. E sullo sfondo due immagini, come dipinte su tavole: sono sagome di persone, appena abbozzate dai pennelli, poco importa l'identificazione immediata del loro sesso: sono disperate, raggomitolate su loro stesse, sole nell'angoscia. Dominante è la sensazione della solitudine, nel ciclo della vita di ognuno. E' la mia interpretazione, una delle molte che intorno a questo suggestivo quadro si sono esposte che, per contro, Picasso definiva "orrendo".  Qualcuno ci ha visto la cacciata dal Paradiso di Eva e Adamo, col frutto del loro amore custodito da una simbolica figura femminile, e al centro due momenti che descrivono lo sconforto (consequenziale?) e l'abbandono. Altri, dall'unione carnale della coppia,  hanno ipotizzato una simbologia della perdita della vita eterna  che ha generato un bimbo che sembra morto. Per questo enigmatico quadro mi piace riportare le parole beffarde di Picasso: "...chi volesse cercarvi dei significati nascosti, faccia pure. Un quadro, per me, parla da solo; in fin dei conti a che serve dare spiegazioni? Il pittore ha un solo linguaggio".

 



domenica 1 giugno 2025


Appunti di artista per "Dinamismo di un cane al guinzaglio" - Giacomo Balla (1912)




 


Il "futurismo", di cui Giacomo Balla fu tra i maggiori esponenti, si concentrò sulla rappresentazione del "moderno" sviluppando il tema del movimento, l'azione. Nella famosa opera "Dinamismo di un cane al guinzaglio" ci presenta il passeggio di un piccolo cane con la sua padrona e ne coglie e traccia ogni movimento di zampe e piedi. I colori scuri dei soggetti (nero/viola/blu) sono in forte contrasto col fondo bianco quasi a creare una sequenza di fotogrammi cinematografici in bianco e nero. Le pennellate sono rapide e in successione e riproducono, attimo dopo attimo, lo spostamento dei corpi; l'occhio dello spettatore è sollecitato alla visione della tela verso la sinistra, in accompagnamento all'avanzare dei soggetti. Trait d'union fra i loro spazi è il guinzaglio: ogni catenella bianca riproduce l'ondeggio, la visione ellittica e, mentre ci perdiamo nel suo oscillio, abbiamo la sensazione che il rapido passaggio dei soggetti ci lasci a contemplare, ormai, la sola tela bianca. La vivacità e l'energia di un piccolo cane ha tradotto un pensiero pittorico tra i più moderni dell'arte italiana. 

  Appunti di artista per: "Bal au Moulin de la Galette" - Pierre-August Renoir (1876) Il pittore impressionista Pierre-Auguste Ren...