Appunti di artista per "Birichino (Gavroche)" - Medardo Rosso (bronzo, 1895)
Le sculture di Medardo Rosso sono la narrazione di come lui
era, sono cioè concrete, curiose, imperfette. I suoi volti descrivono il ghigno
della portinaia, le risate del figlio dell’amico, le smorfie dell’anziano
bevitore del bar ed è l’unicità d’espressione ciò che caratterizza e
contraddistingue i suoi soggetti, ciò che muove la sua creatività, piuttosto
che la ricerca estetica finale. E poi si aggiunge l’elemento luce, senza la
quale nulla prenderebbe vita. Come Monet dipingeva con larghe e cariche pennellate,
così il Rosso plasma le sue sculture con grossolane definizioni dei contorni e
delle superfici: spetta alla luce ridefinirne i margini, penetrarne le
irregolarità, muoverle, insieme all'ombra che, intanto, ne scava i volumi. E
quando la luce è radente, o evanescente o soffusa, mutano anche le espressioni
dei visi, la potenza degli sguardi. Il bronzo “Birichino” (o “Gavroche”) rivela
in modo inequivocabile il carattere del bimbo ritratto, la sua positività data
dallo sguardo verso l’alto, l’eccentricità (il cappello), la spontaneità (la
risata larga e sdentata, esibita senza pudore). Il gioco delle linee oblique
del cappello, del taglio degli occhi, delle orecchie e del colletto,
accompagnano lo sguardo dello spettatore verso il sorriso dalla linea retta,
quale preciso elemento comunicativo. Felicità che ci contagia e incanta.

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