domenica 23 marzo 2025

                    Appunti di artista per "Birichino (Gavroche)" - Medardo Rosso (bronzo, 1895)



Le sculture di Medardo Rosso sono la narrazione di come lui era, sono cioè concrete, curiose, imperfette. I suoi volti descrivono il ghigno della portinaia, le risate del figlio dell’amico, le smorfie dell’anziano bevitore del bar ed è l’unicità d’espressione ciò che caratterizza e contraddistingue i suoi soggetti, ciò che muove la sua creatività, piuttosto che la ricerca estetica finale. E poi si aggiunge l’elemento luce, senza la quale nulla prenderebbe vita. Come Monet dipingeva con larghe e cariche pennellate, così il Rosso plasma le sue sculture con grossolane definizioni dei contorni e delle superfici: spetta alla luce ridefinirne i margini, penetrarne le irregolarità, muoverle, insieme all'ombra che, intanto, ne scava i volumi. E quando la luce è radente, o evanescente o soffusa, mutano anche le espressioni dei visi, la potenza degli sguardi. Il bronzo “Birichino” (o “Gavroche”) rivela in modo inequivocabile il carattere del bimbo ritratto, la sua positività data dallo sguardo verso l’alto, l’eccentricità (il cappello), la spontaneità (la risata larga e sdentata, esibita senza pudore). Il gioco delle linee oblique del cappello, del taglio degli occhi, delle orecchie e del colletto, accompagnano lo sguardo dello spettatore verso il sorriso dalla linea retta, quale preciso elemento comunicativo. Felicità che ci contagia e incanta.  

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