Appunti di artista: la storia di Pablo Picasso e del suo cane Lump.
Pablo Picasso ebbe un rapporto speciale col suo cane bassotto Lump. La storia tra loro nacque durante l’incontro tra il pittore e David Duncan Douglas, un fotoreporter americano famoso per le sue drammatiche fotografie di combattimento, che si presentò nella residenza di Cannes con il piccolo cane adottato qualche mese prima. Mentre nasceva l’amicizia tra Picasso e il suo ospite, il vivace animaletto gironzolava nelle stanze, tra sculture e quadri. E’ sfacciato, come tutti i cuccioli: fa pipì contro la statua di bronzo in giardino e si riposa, senza pudore, sul divano. Questo suo carattere esuberante conquista e diverte il padrone di casa e, quando Douglas fa per congedarsi, entrambi notano il disappunto del cane nel voler lasciare quei luoghi con oggetti così curiosi e particolari. E, a quel punto, Picasso decide di prendersi cura di lui. C’è intesa fra i due, sono indipendenti, hanno i loro spazi e si cercano reciprocamente per le coccole. Lump è un cane sensibile agli umori dell’artista ed è anche l’unico che riesce a farsi prendere in braccio da lui, a dispetto di Yan, l’altro cane di casa, e Esmeralda, la capretta. Dopo sei anni di reciproca compagnia, Lump inizia a manifestare i sintomi di una malattia alla spina dorsale e il verdetto del veterinario è tragicamente infausto e ne consiglia la soppressione. L’amico Douglas suggerisce però un intervento chirurgico, in Germania, che avrà effettivamente buon esito, anche se il bassotto rimarrà paralizzato alle zampe posteriori. Dopo un anno di cure e attenzioni, il fotografo decide di recarsi con lui da Picasso ma, dinnanzi al cancello Lump reagisce, si impone, e non entra. Così come decise da chi farsi amare durante la sua vita, altrettanto decise il momento di separarsene. Rimase un sottile rapporto tra loro, tanto forte da vederli morire entrambi, nell’aprile del 1973, a distanza di una settimana l’uno dall’atro. Picasso così lo descrisse: “Lump non è un cane e nemmeno un piccolo uomo: è altro”(eccolo, in primo piano, nell’opera “Las Meninas”).
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